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Nella centralissima Spaccanapoli, in via San Biagio dei Librai, precisamente all'interno delle scuderie di Palazzo Marigliano, sorge l'Ospedale delle bambole. La nascita risale al 1895, quando Luigi Grassi, scenografo del Teatro San Carlo, fonda un piccolo laboratorio per la costruzione delle sue scenografie e per la riparazione ed il restauro delle attrezzature usate negli spettacoli teatrali. Di lì a poco diventerà un punto di riferimento per l'intera città, tanto che una donna, un giorno, entrando nella piccola bottega esclama "me pare proprio o’ spitale d’è bambule".

Da allora Luigino Grassi, prendendo spunto da questa esclamazione, appese all'ingresso della bottega una piccola targa artigianale scrivendo in rosso “Ospedale delle Bambole” su una tavoletta di legno con una piccola croce, proprio come un vero pronto soccorso


Così nasce l’Ospedale delle Bambole, un vero e proprio centro di riparazione di giocattoli, bambole, peluche e burattini: quando si entra in questo luogo unico, poetico e speciale, si entra in una vera e propria clinica di ricordi. Già, perché quello che si ripara, lì, non sono solo “bambole”, ma tutto il portato emotivo che i ricordi hanno, restituendo intatte memorie e immagini della storia e del passato, che le bambole stesse portano con sé.

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Una combinazione di ingredienti semplici che richiama il protagonista della rivolta napoletana contro il dominio spagnolo, Masaniello per l'appunto.


semplicità, tradizione e un pizzico di innovazione: il mix perfetto che sintetizza o'masaniello

L'idea del nome del piatto è nata dal proprietario Gennaro, il quale essendo molto legato alle storie dell'antica Napoli, e curiosando in rete sui piatti più tipici del '600, decide di dedicare chiamare il piatto come il rivoluzionario pescatore Masaniello. Un piatto che racchiude i sapori del mare, dato dal pesce spada e quelli di terra con le melenzane. Il tutto accompagnato dal giusto equilibrio di condimenti semplici, che esaltano il gusto dello spada, e al tempo stesso gli donano un tocco di dolcezza e croccantezza, quest'ultima data dallo sbriciolio dell'amaretto, che lo rendono un piatto unico nel suo genere


O'Masaniello


Ingredienti per 2 persone


  • 2 fette di Pesce Spada fresco

  • 2 melenzane

  • olio q.b

  • farina

  • mezza cipolla rossa

  • 10g di nocciole e 10g di mandorle tostate

  • aceto bianco

  • 2 cucchiaini di zucchero

  • sale

  • uva sultanina

  • amaretto sbriciolato

Passaggi da seguire per un Masaniello ad arte


  1. Preriscaldare una pentola con l'olio a fiamma alta. Sciacquare le melenzane e procedere nel tagliarle a cubetti e impanarle in un recipiente di farina. Dopodichè immergere le melenzane nell'olio

  2. Procedere con il grigliare il pesce spada per pochi minuti, successivamente tagliare a cubetti o come meglio si preferisce

  3. Mettere in un pentolino le nocciole e le mandorle a tostare per pochi minuti e l'uva sultanina in un po'd'acqua per ammorbidirla Nel frattempo affettare la cipolla rossa.

  4. Alzare le melenzane dall'olio, asciugarle e mettere in un vassoio con tutti gli altri ingredienti( spada, cipolle, nocciole, mandorle e uva). Amalgamare il tutto e aggiungere 3 cucchiai di olio, un po' di aceto, sale e un pizzico di zucchero e 2 amaretti sbriciolati, ed il piatto è pronto da gustare

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Oramai il natale è alle porte, per questo molte famiglie oltre a preparare i regali da mettere sotto gli alberi, si apprestano alla spesa per la cena della vigilia e del pranzo di natale. A Napoli, poi, ci sono quelli che il 24 dicembre passano l’intera giornata a cucinare per tutta la famiglia, perché il menù della vigilia è quello più importante delle Feste e deve essere preparato con cura.

La tradizione vuole che tra i piatti più tradizionali sempre presenti sulle tavole delle famiglie napoletane troviamo la famosa "nzalat e rinforzo", per sostenere la "magra cena" a base di pesce, preparata con cavolfiore lessato, olive verdi, cetriolini, cipolline, giardiniera, peperoni dolci o piccanti, tutti sottaceto e acciughe sotto sale,

Per continuare non può mancare "o baccalà e o capiton indorati e fritti", secondo la tradizione, mangiato per scongiurare il male.

Infine dato che la la tradizione è sacra e va rispettata, ecco quindi dulcis in fundo, gli struffoli, palline di pasta frolla fritte ricoperte di miele millefiori e "diavulilli"(confettini colorati allo zucchero e all’anice).


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